BENDAGGIO ELASTOCOMPRESSIVO
BASI FISIOPATOLOGICHE
La terapia elastocompressiva è utile per l’effetto di sostegno e/o vicariante
della pompa muscolo-cutanea che non riesce a svolgere in modo sufficiente la sua
funzione. Per mezzo del sostegno elastico fornito dal tessuto estensibile si
ottiene:
• Riduzione, scomparsa, prevenzione della formazione di edema
• Attenuazione del sovraccarico del sistema venoso superficiale
• Continenza delle vene varicose comunicanti insufficienti con valvole alterate
• Flusso venoso incanalato in senso prossimale
Circolazione arteriosa della gamba:
Trattasi di circolo con le stesse caratteristiche di un circolo terminale: le
lesioni a livello dei distretti periferici hanno difficoltà a sviluppare circoli
di compenso.
La presenza di arteriopatia impone estrema precauzione nell’impiego del
bendaggio ma non escluderlo a priori.
Circolazione venosa della gamba:
In questo distretto corporeo si verifica un flusso antigravitario. La colonna
ematica scorre, con flusso laminare a minor attrito, nel contesto di vasi
ellittici. Con l’insufficienza di parete, il vaso si ovalizza con il risultato
di rallentare il flusso. Il bendaggio di per se tende a rendere ellittiche le
vene superficiali comprimendole contro gli strati profondi muscolari a maggior
densità, ottimizzando il flusso.
In assenza di valvole, in seguito al processo patologico venoso, con il
bendaggio si può ottenere una pressione graduale in senso centripeto
determinando unidirezionalità alla massa circolante.
Circolo linfatico:
Circolazione lenta, senza sistemi di propulsione.
Risente dell’alterazione dei due circoli precedenti.
Teoria del bendaggio:
Perché facilitare il flusso?
1. Ridurre l’edema che aumenta lo spazio tra tessuto e vasi nutrizi.
2. Interrompere il circolo vizioso che causa o automantiene l’ulcera.
IPOSSIA --> EDEMA --> IPOSSIA
IPOSSIA ed EDEMA --> FIBROSI SOTTOCUTANEA --> ULCERA
Alta pressione: * grande tensione delle fibre elastiche
* arto di piccolo diametro
La formula di Laplace è stata modificata al fine di descrivere in modo più
preciso la situazione.
Tensione x Operatore x
K (tipo di benda) x Numero strati
Pressione = -----------------------------------------------
Raggio x Altezza della benda x
Densità tessuti
Tensione: trazione delle fibre elastiche che, una volta sollecitate,
tendono a tornare alla posizione di riposo. Fattore soggettivo.
Operatore: caratteristiche di chi compie il bendaggio, stress,
concentrazione, lunghezza braccio ecc. Fattore soggettivo
K (tipo di benda): indice di rigidità. Fattore oggettivo
Numero di strati: più alto è il numero di strati sovrapposti più alta è la
pressione. Fattore oggettivo.
Raggio: dipende dalla circonferenza della gamba. Più bassa è, più si ha
pressione. Consente un gradiente fisiologico. Fattore oggettivo.
Altezza benda: Fattore oggettivo.
Densità tissutale: Fattore oggettivo.
Dove l’operatore può agire:
|
Azione |
Tipo |
Aumentare |
Ridurre
|
Tensione |
Diretta |
Sogg |
Aumenta |
Riduce |
N strati |
Diretta |
Ogg |
Aumenta |
Riduce |
h benda |
Indiretta |
Ogg |
Riduce |
Aumenta |
K |
Diretta |
Ogg |
Aumenta(corta) |
Riduce (lunga) |
Per aumentare la pressione:
• Aumentare la tensione
• Aumentare il numero di strati
• Ridurre l’altezza della benda
• Scegliere bende a corta elasticità
Per ridurre la pressione:
• Ridurre la tensione
• Ridurre la sovrapposizione
• Aumentare l’altezza della bende
• Scegliere bende ad elasticità lunga
PRESSIONE DI RIPOSO: Agisce quando l’arto è immobile, è determinata
dall’elasticità del bendaggio
PRESSIONE DI LAVORO: Agisce quando l’arto è in movimento, è determinata
dall’azione del muscolo contro una parete inestensibile.
Questa distinzione ci consente di usare un bendaggio diverso a seconda che si
tratti di un paziente deambulante o allettato.
IMPORTANTE !!
Tutti i bendaggi tendono a ridurre la pressione esercitata con il passare del
tempo.
MOBILE
• Autogestito dal paziente
• Durata 12 - 48 ore
• Elasticità: corta, media, lunga
FISSO
• Confezionato dall’operatore sanitario
• Durata 4-21 gg
• Elasticità: corta
ELASTICITA’
• Lunga: estensione > 140%
• Media: estensione <140, >70%
• Corta: estensione <70%
BENDAGGIO MOBILE
• Lunga elasticità
• Media elasticità
• Corta elasticità
BENDAGGIO FISSO
• Adesivo
• Alle paste (Bendaggio di Unna)
• Coesivo (in pazienti allergici)
• Sempre a corta elasticità
RAPPORTO ELASTICITA’/PRESSIONE
• Lunga: alta pressione di riposo, nulla di lavoro
• Media: uguale pressione riposo e lavoro
• Corta: nulla pressione di riposo, alta di lavoro
RAPPORTO ELASTICITA’/LIVELLO DI AZIONE
Lunga. Sistema superficiale (capillare)
Media: sistema medio (safenico)
Corta: sistema profondo
Indicazioni:
L’uso del bendaggio e’ indicato ogni qualvolta vi siano i segni della stasi e/o
l’edema.
MOBILE: Quando vi sia la necessità di effettuare frequenti accessi alla
ferita per la medicazione. Paziente non deambulante
FISSO: Preferibile qualora si possa accedere alla ferita con tempi
lunghi. Paziente deambulante
|
Lunga |
Media |
Corta |
Alterazione microcircolo Non obliterante |
I |
N |
N |
Paziente allettato |
I |
N |
N |
Sanguinamento |
N |
I |
N |
Linfedema |
C |
I |
N |
Edema cardiogeno |
C |
I |
N |
Varici |
N |
I-N |
I |
Insuff sistema profondo |
N |
I-N |
I |
Edema in arteriopatia |
C |
C |
I |
I = Indicato
N= non efficace
C= controindicato
Il bendaggio elastocompressivo trova indicazione nel trattamento di lesioni
ulcerative croniche dell’arto inferiore. Le modalità di confezionamento sono
subordinate all’etiologia della lesione.
IL BENDAGGIO 4 LAYER
Costituito dal sovrapporsi di quattro bende a partire da:
• cotone di germania
• benda di fissaggio
• benda ad elasticità lunga
• benda ad elasticità corta
Funzionalmente si comporta come un bendaggio ad elasticita’ media, pur
mantenendo alte pressioni sia di riposo che di lavoro.
Si caratterizza per la lunga durata di impiego.
Indicazioni:
• Edema da stasi
• Linfedema
• Edema da insufficienza del sistema profondo
Controindicazione assoluta:
• Arteriopatia
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